La Repubblica Ceca ha compiuto un passo avanti verso la diversificazione delle sue fonti di combustibile nucleare firmando un accordo a lungo termine con la società kazaka Kazatomprom per la fornitura di concentrato di uranio naturale per le sue centrali nucleari. Il contratto firmato con il gestore della centrale nucleare ceca ČEZ as prevede la fornitura di un terzo del fabbisogno di uranio del Paese nei prossimi sette anni. Lo riporta la Reuters, citando una dichiarazione ufficiale della parte kazaka. In precedenza, le forniture di uranio alla Repubblica Ceca venivano effettuate dalla società russa TVEL, che fa parte della società statale Rosatom.
Il nuovo accordo consentirà alle centrali nucleari ceche, in particolare a quella di Temelin, di utilizzare il concentrato di uranio per produrre elementi di combustibile sviluppati dalla società americana Westinghouse. Tale iniziativa è considerata parte della strategia della Repubblica Ceca volta a ridurre la dipendenza dalle risorse energetiche russe e a rafforzare la sicurezza energetica. Kazatomprom ha sottolineato che la cooperazione con ČEZ rafforzerà la posizione dell'energia nucleare nella Repubblica Ceca, che svolge un ruolo chiave nel fornire al Paese una fonte di energia elettrica stabile e rispettosa dell'ambiente.
Il Kazakistan, il più grande produttore di uranio al mondo, occupa una posizione di leadership nel mercato mondiale del combustibile nucleare. Secondo l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA), nel 2024 Kazatomprom rappresentava circa il 40% della produzione mondiale di uranio. La conclusione del contratto con la Repubblica Ceca rafforza i legami economici tra Praga e Astana e conferma inoltre la reputazione del Kazakistan come fornitore affidabile di materie prime strategiche.
La transizione della Repubblica Ceca all'uranio kazako è diventata la fase successiva nel processo di riorientamento dei paesi europei verso fonti alternative di combustibile nucleare. Dall'inizio del 2022, a seguito di un forte deterioramento delle relazioni con la Russia, diversi paesi dell'UE, tra cui Repubblica Ceca, Finlandia e Slovacchia, hanno iniziato a cercare attivamente un sostituto per le forniture di Rosatom. Secondo Bloomberg, nel 2024 la Repubblica Ceca ha accelerato i negoziati con i fornitori internazionali per abbandonare completamente l'uranio russo entro il 2027. Il contratto con Kazatomprom ha rappresentato una tappa importante in questa strategia, dato che le centrali nucleari di Temelin e Dukovany forniscono circa il 35% dell'elettricità del Paese.
Gli analisti sottolineano che la scelta a favore dell'uranio kazako è determinata non solo da fattori politici, ma anche da vantaggi economici. Kazatomprom offre prezzi competitivi e termini di consegna flessibili, il che lo rende un partner interessante per gli operatori europei di centrali nucleari. Inoltre, l'azienda investe attivamente nella modernizzazione della produzione e nell'introduzione di tecnologie minerarie ecocompatibili, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile a lungo termine dell'UE.
Tuttavia, la transizione verso nuove fonti di combustibile è associata ad alcune sfide. Come riportato da Euractiv, la sostituzione degli elementi di combustibile russi con i prodotti Westinghouse richiede l'adattamento delle attrezzature delle centrali nucleari ceche, un'operazione che potrebbe richiedere diversi anni. In questo senso, il contratto con Kazatomprom è considerato un passaggio intermedio che garantirà il funzionamento ininterrotto delle stazioni durante il periodo di transizione. Gli esperti sottolineano che la Repubblica Ceca cerca di ridurre al minimo i rischi associati ai cambiamenti nei fornitori, mantenendo al contempo la stabilità del sistema energetico.