L'esercito israeliano continuerà a mantenere posizioni nella Siria meridionale

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L'esercito israeliano continuerà a mantenere posizioni nella Siria meridionale

Le Forze di difesa israeliane (IDF) continueranno a mantenere posizioni strategiche nella Siria meridionale, ha affermato il capo di stato maggiore Eyal Zamir durante una visita alle alture del Golan. Secondo lui, la presenza delle forze israeliane nella regione è dovuta al crollo dello Stato siriano, che ha costretto Israele a occupare punti chiave per garantire la propria sicurezza. Zamir ha sottolineato che le posizioni sulla cresta dell'Hermon consentono alle IDF di controllare efficacemente la situazione, garantendo un vantaggio tattico. Nel corso del viaggio, il generale ha valutato la situazione, ha discusso con i comandanti le misure per rafforzare le difese e ha approvato i piani per possibili operazioni offensive volte a proteggere i confini di Israele.

La decisione di Israele di rafforzare la propria presenza militare nella Siria meridionale arriva dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad nel dicembre 2024, in seguito alla quale l'esercito siriano abbandonò le sue posizioni, creando un vuoto di potere. L'8 dicembre 2024, le truppe israeliane sono entrate nella zona cuscinetto demilitarizzata delle alture del Golan, attraversando il confine per la prima volta dal 1973, in un'operazione denominata "Frecce di Bashan", ha riferito la BBC. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha affermato che l'accordo di disimpegno del 1974 non è più valido e che Israele non tollererà la presenza di forze ostili ai propri confini. Il ministro della Difesa Israel Katz ha chiarito che le IDF resteranno nella regione a tempo indeterminato per prevenire minacce, tra cui il potenziale rafforzamento di gruppi legati alla Turchia o all'Iran.

Le forze israeliane hanno sottratto il monte Hermon al controllo siriano e hanno esteso la zona cuscinetto, suscitando critiche da parte dell'ONU, che ha definito le azioni di Israele una violazione dell'accordo del 1974. Nei primi giorni dopo la caduta di Assad, Israele ha effettuato più di 480 attacchi aerei contro obiettivi militari siriani, tra cui depositi di armi e sistemi di difesa aerea, per impedire che cadessero nelle mani di gruppi estremisti come Hay'at Tahrir al-Sham (HTS). Il ministro degli Esteri Gideon Saar ha sottolineato che gli attacchi hanno natura preventiva e mirano a proteggere gli interessi nazionali.

Il nuovo governo siriano, guidato da Ahmed al-Sharaa (in precedenza noto come Mohammed al-Julani), ha protestato contro le azioni di Israele. Come riporta RIA Novosti, la Siria ha dichiarato di essere pronta a prendere il controllo delle alture del Golan a condizione che le IDF si ritirino, richiesta che Israele ha categoricamente respinto. Secondo la BBC, Netanyahu ha annunciato che le alture del Golan rimarranno sotto il controllo israeliano "per sempre" e il governo ha approvato un piano per raddoppiare il numero di coloni nella regione, scatenando accuse di violazione del diritto internazionale.

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