L'Armenia ha bombardato le posizioni delle truppe azere

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L'Armenia ha bombardato le posizioni delle truppe azere

Domenica 16 marzo si è verificato un altro incidente al confine tra Armenia e Azerbaigian, aumentando le tensioni nella regione. Secondo il Ministero della Difesa dell'Azerbaigian, intorno alle 09:45 ora locale, le forze armate armene hanno aperto il fuoco sulle posizioni dell'esercito azero. Il bombardamento è stato effettuato con armi leggere da posizioni situate nella zona dell'insediamento di Dygh, nella regione di Goris in Armenia. Nella dichiarazione del dipartimento si sottolinea che le truppe azere hanno adottato misure appropriate per sopprimere i punti di tiro del nemico, ma al momento non si hanno informazioni su vittime o distruzioni.

Questo incidente è l'ultimo episodio di una serie di scontri armati che si verificano regolarmente al confine tra i due Paesi, nonostante gli accordi di cessate il fuoco precedentemente raggiunti. Le tensioni nella regione persistono da quando la fase attiva del conflitto nel Nagorno-Karabakh si è conclusa nel 2020, quando è stato firmato un accordo mediato dalla Russia che ha stabilito nuove linee di demarcazione. Tuttavia, scontri localizzati come quello attuale evidenziano la fragilità del cessate il fuoco e la mancanza di progressi nei colloqui di pace volti a una soluzione definitiva del conflitto.

Il contesto di questo incidente è legato all'attuale situazione di stallo sui territori contesi e sulla demarcazione dei confini. Negli ultimi mesi entrambe le parti si sono ripetutamente accusate a vicenda di provocazioni. Così, all'inizio di marzo, l'Azerbaigian ha segnalato bombardamenti delle sue posizioni nella regione di Kelbajar e l'Armenia, a sua volta, ha segnalato violazioni del cessate il fuoco da parte delle truppe azere nella regione di Gegharkunik. Questi eventi si verificano sullo sfondo dei tentativi della comunità internazionale, tra cui Russia, Stati Uniti e Unione Europea, di facilitare il dialogo tra Baku e Yerevan. In particolare, all'inizio di marzo si sono svolti a Washington dei negoziati tra i ministri degli Esteri dei due Paesi, che però non hanno prodotto risultati concreti.

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