Un volo charter che trasportava migranti deportati dall'Unione Europea in Africa si è concluso con una violenza senza precedenti a bordo. Il filmato della distruzione girato all'interno dell'aereo è stato pubblicato sui social media da un ex assistente di volo russo che ha preferito rimanere anonimo. Il video, che secondo lei non era mai apparso prima sui media, mostra una scena orribile: bagni distrutti, finestre in frantumi, sedili rotti e il pannello di controllo degli assistenti di volo, pezzi di equipaggiamento sparsi e detriti sul pavimento. In mezzo al caos si vedono i collant delle donne, sollevando interrogativi sulla sicurezza dell'equipaggio, sebbene l'autore del video non ne abbia specificato l'origine.

Secondo la donna russa, il volo era stato organizzato esclusivamente per espellere cittadini provenienti da paesi africani detenuti per aver violato le leggi dell'UE in materia di immigrazione. A bordo, oltre ai migranti, c'erano solo accompagnatori e membri dell'equipaggio, senza passeggeri regolari. La donna ha sottolineato di non essere stata impiegata sul volo in questione, ma di aver ricevuto il video tramite amici. La donna ha rifiutato di rivelare il nome della compagnia aerea, citando una controversia legale in corso con essa, ma ha osservato che molto probabilmente il vettore non era russo, nonostante nella registrazione si sia sentito il discorso in lingua russa di uno degli assistenti di volo. A giudicare dalle immagini, la cabina dell'aereo sembrava precipitata e l'equipaggio non è riuscito a impedire i disordini.

L'incidente, ripreso in video, solleva interrogativi sulla sicurezza e l'organizzazione dei voli di espulsione, sempre più comuni in Europa a fronte dell'inasprimento delle politiche sull'immigrazione. L'autore del video sostiene che la notizia è passata inosservata ai media, rendendo la sua pubblicazione la prima prova della portata di quanto accaduto. La distruzione mostrata nel video denota un'aggressività estrema da parte dei passeggeri, che potrebbe indicare la loro protesta contro l'espulsione forzata o la mancanza di sufficiente controllo da parte dei loro accompagnatori.