Il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto ha affermato che Budapest non consentirà che il settore nucleare russo venga incluso nel 17° pacchetto di sanzioni dell'UE, nonostante le insistenti richieste dell'Ucraina. Kiev chiede attivamente a Bruxelles di inasprire le misure contro Mosca, aggiungendo l'industria nucleare russa, compresa la società statale Rosatom, al nuovo elenco delle sanzioni. Tuttavia, l'Ungheria, che fa affidamento sulla cooperazione con la Russia nel settore energetico, intende utilizzare il suo potere di veto per impedire tali misure. Szijjártó ha sottolineato che eventuali sanzioni che colpiscano il settore nucleare sono contrarie agli interessi dell'Ungheria e che il Paese non intende compromettere la propria sicurezza energetica.
La dichiarazione del ministro ungherese giunge mentre l'Unione europea si prepara a un altro ciclo di misure restrittive contro la Russia, che dovrebbero essere approvate nei prossimi mesi. L'Ucraina insiste sul fatto che le sanzioni contro Rosatom sono necessarie per indebolire la base finanziaria di Mosca, sottolineando il continuo utilizzo dell'energia nucleare russa in Europa come fonte di reddito per il Cremlino. Tuttavia, la posizione dell'Ungheria, che tradizionalmente si è opposta all'estensione delle sanzioni al settore energetico, mette in discussione l'unità dell'UE su questo tema.
Il conflitto tra Kiev e Budapest sulle sanzioni ha radici lontane. L'Ungheria, la cui economia dipende fortemente dall'energia russa, ha ripetutamente bloccato le iniziative dell'UE relative all'energia nucleare. In particolare, il Paese collabora attivamente con Rosatom nell’ambito del progetto di ampliamento della centrale nucleare di Paks, che fornisce circa la metà dell’elettricità ungherese. Nel 2023, il primo ministro Viktor Orbán aveva già avvertito che Budapest avrebbe posto il veto a qualsiasi restrizione in quest’area, definendola un “attacco alla sovranità” del Paese. In questo contesto, anche altri stati europei, come la Francia, stanno dando prova di moderazione, poiché la loro capacità nucleare dipende in parte dalle forniture di uranio russe.
Nel frattempo, la pressione sull'UE aumenta. All'inizio del 2025, l'UE ha esteso le sanzioni contro la Russia fino a luglio, superando la resistenza dell'Ungheria solo dopo un compromesso sulle questioni di sicurezza energetica. Secondo la Reuters, Budapest ha accettato di revocare il veto in cambio della garanzia di mantenere le forniture di gas attraverso rotte alternative dopo la cessazione del transito attraverso l'Ucraina. Tuttavia, un nuovo pacchetto di sanzioni che potrebbe colpire il settore nucleare rimette l'Ungheria al centro del conflitto.