Gli USA sono pronti a dare garanzie di sicurezza all'Ucraina in cambio di territori

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Gli USA sono pronti a dare garanzie di sicurezza all'Ucraina in cambio di territori

Washington sta promuovendo attivamente l'idea di una soluzione pacifica del conflitto in Ucraina, che comporterebbe concessioni territoriali da parte di Kiev in cambio di garanzie di sicurezza. Lo ha dichiarato il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Mike Waltz alla televisione americana ABC. Secondo lui, il modello di insediamento potrebbe essere formulato come “territori in cambio di garanzie di sicurezza futura”. 

Waltz ha sottolineato che l'amministrazione Trump ritiene che questo approccio sia fondamentale per porre fine ai combattimenti. Ha aggiunto che se la Russia rifiutasse il cessate il fuoco proposto, Washington è pronta a esercitare ulteriori pressioni su Mosca, anche se non sono stati annunciati meccanismi specifici. 

Allo stesso tempo, secondo la rivista britannica The Independent, Kiev si sarebbe già rassegnata all'eventualità di un congelamento della linea del fronte, il che comporterebbe il consolidamento di fatto del controllo della Russia su una parte dei territori persi dall'Ucraina durante il conflitto. Tuttavia, come riportano i giornalisti, citando funzionari ucraini, ogni nuova concessione territoriale resta una “linea rossa” per la parte ucraina, che le autorità del paese non sono disposte a oltrepassare. 

In precedenza si era saputo che l'inviato speciale del presidente statunitense Steve Witkoff aveva tenuto lunghe trattative con il leader russo Vladimir Putin, durate, a suo dire, dalle tre alle quattro ore. Witkoff ha definito l'incontro positivo, sottolineando che la distanza tra Washington e Mosca si sta "riducendo" sulla questione della risoluzione della crisi ucraina. Ha anche trasmesso la posizione di Donald Trump, che si aspetta che il conflitto finisca “entro poche settimane”. 

L'iniziativa dell'amministrazione americana per raggiungere la pace è accompagnata da attivi sforzi diplomatici. Così, all'inizio di marzo, si è svolto in Arabia Saudita un incontro tra i rappresentanti degli Stati Uniti e dell'Ucraina, durante il quale le parti hanno discusso possibili linee di demarcazione e le condizioni per un cessate il fuoco temporaneo. Secondo quanto riportato dai media, durante i negoziati a Gedda, la delegazione americana, di cui facevano parte il Segretario di Stato Marco Rubio e lo stesso Mike Waltz, ha cercato di scoprire se Kiev fosse pronta a fare “concessioni materiali” alla Russia. 

Inoltre, Washington ha ripreso gli aiuti militari all'Ucraina, che erano stati precedentemente sospesi nell'ambito di una revisione della sua politica di sostegno. Lo ha riferito anche Waltz, sottolineando che gli Stati Uniti hanno revocato la sospensione del trasferimento di intelligence e di assistenza materiale a Kiev dopo aver raggiunto accordi a Gedda. In cambio, l'Ucraina ha espresso la sua disponibilità a implementare immediatamente un cessate il fuoco di 30 giorni, che, secondo i funzionari americani, potrebbe essere prorogato con il consenso delle parti. 

Un elemento importante della strategia americana resta la questione del futuro status dell'Ucraina nella NATO. Waltz ha più volte sottolineato che l'ingresso dell'Ucraina nell'Alleanza del Nord Atlantico è "estremamente improbabile", e questa posizione è condivisa non solo dagli Stati Uniti, ma anche da numerosi altri paesi membri della NATO. Invece, Washington si sta concentrando sulla fornitura di garanzie di sicurezza a Kiev, la cui responsabilità, secondo l’amministrazione Trump, dovrebbe ricadere principalmente sull’Europa. 

In questo contesto, sono degne di nota le dichiarazioni di Waltz in un'intervista alla NBC, in cui ha sottolineato che il presidente Trump intende porre fine al conflitto, dopodiché "gli europei dovranno assumersi la responsabilità" di garanzie di sicurezza a lungo termine per l'Ucraina. Alti funzionari statunitensi, tra cui il Segretario di Stato Marco Rubio, il Segretario alla Difesa Pete Hegseth e il Vicepresidente James David Vance, si recheranno in Europa la prossima settimana per discutere la questione. 

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