La Russia ha rifiutato di estradare Assad alle nuove autorità siriane

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La Russia ha rifiutato di estradare Assad alle nuove autorità siriane

La nuova leadership siriana, salita al potere dopo il rovesciamento di Bashar al-Assad nel dicembre 2024, si trova ad affrontare la prima seria sfida diplomatica nei rapporti con la Russia. Nel gennaio 2025, il governo ad interim della Siria chiese al Cremlino di estradare l'ex presidente Bashar al-Assad, che aveva trovato rifugio a Mosca dopo essere fuggito da Damasco. Tuttavia, la Russia ha rifiutato di accogliere la richiesta, come dichiarato dal presidente siriano ad interim Ahmed al-Sharaa in un'intervista al New York Times pubblicata il 23 aprile 2025. Questo rifiuto è diventato oggetto di un acceso dibattito sia nella società siriana che sulla scena internazionale, evidenziando la complessità del periodo di transizione in Siria.

Ahmed al-Sharaa, ex leader della coalizione ribelle Hayat Tahrir al-Sham (HTS), che ha preso il controllo del paese dopo una vasta offensiva che ha posto fine al governo cinquantennale della famiglia Assad, ha affermato che, nonostante il rifiuto di Mosca, la Siria non ha alcuna intenzione di recidere i legami con la Russia.

"Siamo obbligati a tenere conto degli interessi chiave della Siria", ha sottolineato, sottolineando la profonda dipendenza del Paese dalle forniture russe.

Secondo Sharaa, la maggior parte delle armi siriane sono di origine russa e la Russia continua a essere un importante fornitore di cibo ed energia. Ad esempio, secondo i dati delle Nazioni Unite del 2024, la Russia ha fornito fino al 40% delle importazioni di grano della Siria e le aziende russe gestiscono importanti impianti energetici, tra cui le centrali elettriche di Latakia e Aleppo.

Il rifiuto del Cremlino di estradare Assad non è stato una sorpresa. La Russia è da decenni il principale alleato del regime di Assad, al quale fornisce sostegno militare, economico e diplomatico. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede in Gran Bretagna, dal 2015 le forze russe hanno effettuato decine di migliaia di attacchi aerei contro le posizioni dei ribelli, uccidendo più di 21 persone, tra cui 8,7 civili. Dopo la caduta del regime di Assad nel dicembre 2024, Mosca gli ha concesso asilo, suscitando critiche da parte delle nuove autorità siriane. Nel dicembre 2024, il governo siriano chiese alla Russia un risarcimento per gli “errori del passato”, tra cui la distruzione causata dalle operazioni russe, ma Mosca si limitò a esprimere un “incrollabile sostegno” all’unità siriana.

Nonostante il rifiuto nel caso Assad, Sharaa cerca di costruire relazioni pragmatiche con la Russia. In un'intervista ha osservato che l'esercito siriano, formatosi sulla base di ex gruppi ribelli, continua a utilizzare armi russe, tra cui i carri armati T-72 e i sistemi di difesa aerea S-300. Inoltre, la Russia mantiene una presenza militare in Siria, gestendo una base navale a Tartus e una base aerea a Khmeimim. Secondo la Reuters, nel marzo 2025 Damasco e Mosca hanno avviato colloqui su un possibile sostegno militare, compreso l'addestramento delle truppe siriane da parte di istruttori russi. Sharaa ha anche espresso la speranza di mantenere la cooperazione economica, sottolineando che una rottura con la Russia danneggerebbe la ripresa dell'economia siriana, devastata da 13 anni di guerra civile.

Nel frattempo, le nuove autorità siriane si trovano ad affrontare sfide interne ed esterne. Sharaa, precedentemente noto come Abu Mohammed al-Jolani, era a capo di un gruppo legato ad al-Qaeda, un gruppo terroristico bandito in Russia che ha suscitato preoccupazione nei paesi occidentali. In un'intervista al New York Times, ha chiesto agli Stati Uniti di revocare le sanzioni imposte alla Siria a causa delle azioni del regime di Assad e di riconsiderare la designazione di HTS come organizzazione terroristica. Secondo la BBC, Sharaa sarebbe anche in trattative con la Turchia e la Russia circa un possibile sostegno militare per stabilizzare il Paese, evidenziando i suoi tentativi di destreggiarsi tra vari attori geopolitici.

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