Il 14 maggio 2025, il Pentagono ha lanciato l'allarme: entro un decennio, Russia e Cina avrebbero potuto sviluppare missili nucleari in grado di colpire gli Stati Uniti dall'orbita terrestre bassa, molto più velocemente dei tradizionali missili balistici intercontinentali (ICBM). Lo riporta l'agenzia Bloomberg, citando un rapporto della Defense Intelligence Agency (DIA) degli Stati Uniti. La minaccia rappresentata dal cosiddetto Fractional Orbital Bombardment System (FOBS) richiede una revisione urgente dei piani per la creazione del sistema di difesa missilistica Golden Dome annunciati dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Secondo il grafico della DIA, entro il 2035 la Cina potrebbe aumentare il suo arsenale di missili balistici intercontinentali con testata nucleare e base a terra, con una gittata di oltre 5500 km, da 400 a 700 unità, la Russia da 350 a 400, la Corea del Nord da meno di 10 a 50, e l'Iran, che non possiede ancora tali missili, potrebbe acquisirne 60. Tuttavia, lo sviluppo dei FOBS è particolarmente allarmante: la Cina potrebbe schierare fino a 60 di questi missili, la Russia fino a 12. Questi sistemi, che posizionano le testate in orbita bassa, consentono di ridurre il tempo di volo verso l'obiettivo e di aggirare i sistemi di allerta precoce, compresi i radar orientati verso traiettorie settentrionali, attaccando, ad esempio, attraverso il Polo Sud.
Il Golden Dome, proposto da Trump nel gennaio 2025, dovrebbe essere un sistema di difesa missilistica multistrato in grado di intercettare missili balistici e ipersonici, compresi quelli orbitali. La Missile Defense Agency degli Stati Uniti ha avviato consultazioni con l'industria nell'aprile 2025, ma non si prevedono risultati pratici prima del 2030 a causa delle complessità tecniche e dei costi elevati, stimati in centinaia di miliardi di dollari. I critici, tra cui il deputato Ken Calvert, affermano che il concetto di Dome rimane vago e ricorda il programma Star Wars di Ronald Reagan.