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I truffatori hanno truffato un sopravvissuto al blocco di San Pietroburgo di 13 milioni di rubli

A San Pietroburgo, Galina Ivanovna, 88 anni, sopravvissuta all'assedio, è diventata vittima di truffatori, perdendo 13,2 milioni di rubli. I criminali, fingendosi dipendenti di varie organizzazioni, hanno convinto la pensionata che i suoi fondi sarebbero stati trasferiti per finanziare le Forze Armate dell'Ucraina e le hanno chiesto di "dichiarare" il denaro.

La prima chiamata è arrivata il 20 gennaio da persone che si sono presentate come dipendenti della Rostelecom. Hanno chiesto i dettagli del passaporto e SNILS per cambiare il numero di telefono. Il giorno dopo è arrivata una chiamata dalla "procura militare" con il messaggio che i fondi venivano trasferiti in Ucraina a nome del pensionato e che per impedirlo era necessario "dichiarare" urgentemente tutti i risparmi.

Lo stesso giorno, una ragazza si recò da Galina Ivanovna, alla quale diede denaro in rubli, dollari ed euro. Tuttavia, pochi minuti dopo, lo sconosciuto restituì il denaro, dicendo che un'altra persona lo avrebbe preso. Successivamente, le "forze di sicurezza" contattarono nuovamente la pensionata, chiedendole di portare fuori i soldi per consegnarli alla "persona responsabile". Entro il 31 gennaio, la donna aveva regalato tutti i suoi risparmi domestici e prelevato denaro dal suo conto bancario, consegnando ai truffatori un totale di 13,2 milioni di rubli. Rendendosi conto dell'inganno, contattò la polizia.

Il caso riflette l'aumento delle frodi a danno delle persone anziane. Spesso i truffatori si spacciano per dipendenti di organizzazioni ufficiali, come il Fondo sociale russo o Rostelecom, per guadagnarsi la fiducia della vittima. Utilizzano vari pretesti, tra cui segnalazioni di esperienze lavorative non contabilizzate o la necessità di ricalcolare la pensione, per indurre le persone a rivelare informazioni personali e denaro.

Nel gennaio 2025, il deputato della Duma di Stato Sergei Gavrilov ha messo in guardia contro una nuova frode che coinvolge i punti pensione. I consulenti "neri" promettono di aumentare le pensioni ricalcolando i punti, citando presunti errori nel lavoro del Fondo sociale. Richiedono ai cittadini di fornire dati personali o di pagare per "servizi" di ricalcolo, il che comporta perdite finanziarie.  

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