Scontri di massa tra gruppi di giovani sono scoppiati in Daghestan, coinvolgendo diverse città della repubblica, tra cui Makhachkala e Kizlyar. Il conflitto, iniziato con un incidente locale durante una gara di wrestling, si trasformò in un duro scontro tra le bande che si facevano chiamare "cinquecento" e "centotredici". La situazione attirò l'attenzione del capo del Comitato investigativo della Federazione Russa, Alexander Bastrykin, che incaricò il dipartimento regionale di indagare su quanto stava accadendo.
Secondo i dati preliminari, il conflitto è scoppiato il 15 maggio dopo una gara di lotta libera a Makhachkala, dove un atleta della capitale della repubblica ha perso contro un avversario di Kizlyar. La sconfitta ha causato malcontento tra gli amici e i fan del lottatore di Makhachkala, che hanno deciso di "sistemare le cose" con il vincitore. La sera dello stesso giorno, nella zona di via Korkmasov a Makhachkala, si è verificata una grande rissa a cui hanno partecipato circa 30 persone, nella quale sono rimasti feriti due adolescenti.
I gruppi che si definiscono "cinquecentesimi" e "centotredicesimi", secondo fonti delle forze dell'ordine, sono associazioni giovanili informali formate lungo linee territoriali o etniche.
Il 17 maggio gli scontri si erano estesi a Kizlyar, dove era scoppiata una rissa nei pressi del mercato centrale, che aveva coinvolto circa 50 persone. Secondo il Ministero degli Interni del Daghestan, sette persone sono rimaste ferite a seguito degli incidenti, tra cui due minori che hanno riportato contusioni e fratture. La polizia ha arrestato 22 partecipanti e confiscato armi bianche e pistole traumatiche. A Makhachkala è stato allestito un cordone di sicurezza nella zona di viale Gamzatov, dove i gruppi hanno cercato di organizzare nuovi "scontri".
Il Comitato investigativo per la Repubblica del Daghestan ha avviato un'indagine sulle rivolte di massa.