Il 13 maggio 2025, il Ministero degli Affari Esteri russo ha rilasciato una dichiarazione in cui negava categoricamente il coinvolgimento della Russia nello schianto del Boeing 777 della Malesia, volo MH17, abbattuto nel luglio 2014 sul territorio del Donbass. La dichiarazione è stata rilasciata in risposta alla decisione del Consiglio dell'Organizzazione per l'aviazione civile internazionale (ICAO), che alla vigilia del 12 maggio 2025 ha ufficialmente attribuito la responsabilità del disastro alla Russia. Il Ministero degli Esteri russo ha definito le conclusioni dell’ICAO politicamente motivate e ha affermato che la Russia non riconosce la competenza dell’organizzazione in questa materia.
Lo schianto del volo MH17 è avvenuto il 17 luglio 2014 nella regione di Donetsk, in Ucraina. L'aereo, in volo da Amsterdam a Kuala Lumpur, è stato abbattuto da un missile, uccidendo tutte le 298 persone a bordo, tra cui 283 passeggeri e 15 membri dell'equipaggio. La maggior parte delle vittime erano cittadini dei Paesi Bassi, della Malesia e dell'Australia. Subito dopo la tragedia è stata avviata un'indagine internazionale, condotta sotto l'egida del Dutch Safety Board e del Joint Investigation Team (JIT), di cui facevano parte rappresentanti dei Paesi Bassi, dell'Australia, del Belgio, della Malesia e dell'Ucraina.
Nella sua dichiarazione, il Ministero degli Esteri russo ha sottolineato che la Russia ha collaborato fin dall'inizio con gli organismi internazionali, fornendo dati radar, dichiarazioni di testimoni e altre informazioni. Tuttavia, secondo Mosca, questi dati sono stati ignorati e l'indagine è stata condotta in modo parziale, escludendo la partecipazione della Russia al processo. Nel giugno 2024, la Russia ha annunciato il suo ritiro dai procedimenti dell'ICAO, affermando di non riconoscere la giurisdizione dell'organizzazione sul caso MH17. Allo stesso tempo, Mosca ha confermato la propria disponibilità a discutere le cause del disastro nel quadro della risoluzione n. 2166 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, adottata nel 2014.
La decisione dell'ICAO, pubblicata il 12 maggio 2025, si basa sulle conclusioni del JIT, che nel 2018 ha stabilito che il missile che ha abbattuto il Boeing era stato lanciato da un sistema missilistico antiaereo Buk, presumibilmente appartenente alla 53a Brigata missilistica antiaerea delle Forze armate russe, di stanza a Kursk. Nel 2022, il tribunale distrettuale dell'Aia ha condannato all'ergastolo tre imputati nel caso: Igor Girkin, Sergei Dubinsky e Leonid Kharchenko. Il quarto imputato, Oleg Pulatov, è stato assolto. La Russia non ha riconosciuto il verdetto della corte, definendolo politicamente motivato.
La dichiarazione del Ministero degli Esteri russo ha sottolineato che le accuse dell'ICAO si basano su "dati insufficienti e non verificati", tra cui la mancanza di registrazioni radar dei voli sulla zona del conflitto, controllata dalle forze armate ucraine nel 2014. Mosca ha anche sottolineato l'incapacità dell'Ucraina di fornire dati radar completi e di chiudere lo spazio aereo sopra la zona di combattimento, fattori che le autorità russe ritengono siano stati un fattore chiave nella tragedia.