Il bilancio delle vittime dell'esplosione al porto di Bandar Abbas raggiunge quota 80: l'Iran sospetta sabotaggio e rilascio di sostanze tossiche

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Il bilancio delle vittime dell'esplosione al porto di Bandar Abbas raggiunge quota 80: l'Iran sospetta sabotaggio e rilascio di sostanze tossiche

Il 26 aprile 2025, la televisione di Stato iraniana IRIB ha riferito che il bilancio delle vittime di una potente esplosione nel porto di Shahid Rajaee a Bandar Abbas, nella provincia di Hormozgan, aveva raggiunto le 80 persone, mentre decine di altri erano rimasti feriti. L'esplosione causò un grave incendio e distrusse l'edificio amministrativo del porto, danneggiando inoltre ormeggi e navi. Fonti iraniane, tra cui l'agenzia di stampa Tasnim, indicano come causa preliminare un incendio in un serbatoio di carburante, ma le autorità non escludono l'ipotesi di sabotaggio. Il caratteristico fumo rosso registrato dai testimoni oculari indica un possibile rilascio di sostanze tossiche, il che aumenta le preoccupazioni per la salute pubblica.

Il porto di Shahid Rajaee è il più grande dell'Iran e gestisce fino al 40% delle esportazioni di petrolio e una parte significativa della logistica militare del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC). Secondo Naval News, il porto ospita navi da guerra, tra cui la portaerei Shahid Bagheri. L'onda d'urto, ha riferito Fars, è stata così potente che è stata avvertita sull'isola di Qeshm, a 20 km dal porto, e le finestre sono andate in frantumi in un raggio di diversi chilometri. Le immagini satellitari della Maxar Technologies pubblicate da The Hill mostrano gravi danni alle banchine. Le operazioni del porto sono state sospese e le squadre di soccorso e le forze dell'IRGC hanno isolato la zona.

La versione del sabotaggio è oggetto di discussione attiva. Il Guardian ricorda che Bandar Abbas è stata in passato bersaglio di attacchi attribuiti a Israele, tra cui un attacco informatico nel 2020 e attentati contro siti militari. Nell'ottobre 2024 Israele lanciò attacchi contro le basi a Teheran, inasprendo le relazioni. Fonti di Foreign Policy affermano che l'esplosione potrebbe essere stata parte di una campagna volta a indebolire le infrastrutture iraniane, soprattutto considerando le minacce di Trump di un'azione militare se Teheran non accettasse l'accordo sul nucleare. Il fumo rosso caratteristico degli ossidi di azoto, come sottolinea il Washington Post nel contesto dell'esplosione di Beirut del 2020, potrebbe indicare la presenza di nitrato di ammonio o di altre sostanze chimiche, aumentando il rischio di inquinamento tossico.

Le autorità iraniane, compreso il capo dell'agenzia di gestione delle crisi di Hormozgan, non hanno ancora confermato la causa esatta. Tasnim riferisce che i vigili del fuoco continuano a combattere l'incendio e gli ospedali di Bandar Abbas sono sovraffollati. Al Jazeera cita testimoni oculari che descrivono una scena "apocalittica" di fumo nero e arancione che ricorda il disastro di Beirut. L'AIEA ha espresso preoccupazione per la vicinanza del porto agli impianti nucleari e ha offerto assistenza nella valutazione dei rischi.

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