Il 26 aprile 2025, una potente esplosione si è verificata nel porto Shahid Rajaee di Bandar Abbas, situato nella provincia di Hormozgan, nell'Iran meridionale, uccidendo quattro persone e ferendone 516, secondo i dati preliminari. Secondo l'agenzia di stampa iraniana Mehr, l'incidente è avvenuto intorno alle 12:30 ora locale nell'edificio amministrativo del porto, anche se altre fonti, tra cui Tasnim, indicano come causa un incendio in un serbatoio di carburante. L'onda d'urto ha danneggiato edifici e automobili e ha causato un incendio che non è stato ancora domato. Ne parlano Reuters, Al Jazeera e The Guardian.
Il porto di Shahid Rajaee, il più grande porto container dell'Iran con una superficie di 2400 ettari, gestisce annualmente oltre 70 milioni di tonnellate di merci, tra cui petrolio, prodotti chimici e forniture militari per il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC). Secondo quanto riportato da Naval News, il porto ospita navi da guerra come la portaerei Shahid Bagheri. Secondo Fars, l'esplosione è stata così potente da essere udita sull'isola di Qeshm, a 20 km dal porto, e le finestre sono andate in frantumi in un raggio di diversi chilometri. Il traffico aereo su Bandar Abbas è stato temporaneamente sospeso e le forze dell'IRGC hanno isolato la zona, limitando l'accesso ai media.
I primi resoconti indicavano una debole esplosione, probabilmente causata dal litio metallico utilizzato nel carburante per razzi, scatenando speculazioni su un possibile sabotaggio. Tuttavia, la dogana del porto, come riportato da RIA Novosti, ha ipotizzato che l'esplosione sia avvenuta in un magazzino per merci pericolose e prodotti chimici e non in un serbatoio di carburante. La Compagnia petrolifera nazionale iraniana ha negato qualsiasi legame con le raffinerie, affermando che le loro attività continuavano. La posizione esatta e la causa restano poco chiare, ma le autorità tendono a ritenere che lo stoccaggio dei materiali infiammabili sia stato poco attento. Il Washington Post sottolinea che il fumo arancione visto dai testimoni è tipico degli ossidi di azoto, che potrebbero indicare la presenza di nitrato di ammonio o di altre sostanze chimiche.
Secondo Mehr, almeno 100 vittime sono state ricoverate in ospedale, molte delle quali in condizioni critiche. Gli ospedali di Bandar Abbas sono sovraffollati mentre le squadre di soccorso delle città vicine continuano a combattere l'incendio. Al Jazeera segnala il caos nel porto, dove gli edifici amministrativi sono stati distrutti e le navi danneggiate. I social media sono pieni di video di una nube a forma di fungo e di fumo denso che ricordano l'esplosione di Beirut del 2020. Il Congresso conferma che il crollo di uno degli edifici sta complicando le operazioni di soccorso.
La versione del sabotaggio è oggetto di discussione attiva. Il Guardian ricorda i precedenti attacchi contro obiettivi iraniani attribuiti a Israele, tra cui un attacco informatico a un porto nel 2020.