Nella notte del 24 maggio 2025, l'impianto chimico Azot a Novomoskovsk, nella regione di Tula, è stato attaccato da veicoli aerei senza pilota (UAV), che hanno danneggiato i serbatoi di acido. Lo ha riferito il governatore della regione, Dmitry Milyaev, sul suo canale Telegram. Secondo lui, i servizi di emergenza e gli specialisti del Rospotrebnadzor hanno immediatamente iniziato a eliminare le conseguenze dell'incidente e il monitoraggio della qualità dell'aria non ha rilevato alcun superamento delle concentrazioni consentite di sostanze nocive. La situazione è sotto il controllo personale delle autorità e il primo vice governatore Mikhail Panteleev sta lavorando sul posto.
A seguito della caduta di detriti di uno dei droni sul territorio dell'azienda, è stato danneggiato un gasdotto, provocando un incendio locale, che è stato rapidamente spento. Tuttavia, furono i danni ai serbatoi di acido ad attirare maggiormente l'attenzione, causando preoccupazione tra i residenti locali. I post sui social media, in particolare sulla piattaforma X, hanno segnalato l'odore di ammoniaca nella zona dell'impianto, ma non vi è stata alcuna conferma ufficiale di questa informazione da parte delle autorità o del Rospotrebnadzor.
L'incidente fa parte di un attacco più ampio con un drone segnalato dal Ministero della Difesa russo. Secondo l'agenzia, durante la notte sono stati distrutti 94 droni sul territorio russo, un numero significativo dei quali nella regione di Tula. Nel distretto di Kimovsky della regione, i detriti dei droni hanno danneggiato diverse abitazioni private e a Novomoskovsk sono rimaste ferite tre persone, due delle quali sono state ricoverate in ospedale. La terza vittima ha ricevuto assistenza medica sul posto.
L'impianto chimico Azot di Novomoskovsk, parte della holding EuroChem, è uno dei maggiori produttori di fertilizzanti minerali in Russia, tra cui ammoniaca e composti azotati. L'attacco all'impianto ha sollevato preoccupazioni non solo per la potenziale minaccia ambientale, ma anche per le possibili interruzioni delle catene di produzione.